Flat Earth e Guerra psicologica

L’osservazione di quanto sia diffuso, anche fra il pubblico che mi segue sui social, il supporto alle varie argomentazioni della sottocultura web che sostiene la cosiddetta teoria della Terra Piatta, mi ha spinto a scrivere una breve riflessione, forse schematica ma spero completa, in cui si possano quanto meno delineare i punti essenziali della questione. Certamente ciascun elemento qui accennato merita di essere approfondito oltre i limiti tecnici di un singolo articolo da blog. Mi riservo infatti, nel contesto delle nostre analisi, di approfondire i singoli punti in prossimi articoli.

Non intendo qui fornire argomenti di fisica elementare a confutazione dell’ipotesi terrapiattista, non ci interessa e rimandiamo a un buon libro di fisica delle superiori. Ci basta osservare la natura regressiva di questa ipotesi: non serve, né è stata in grado di spiegare fatti nuovi, mentre non è in grado di spiegarne altri noti, come lo scomparire delle navi all’orizzonte (tentato di spiegare con ipotesi ad hoc). In quanto tale essa è una teoria falsa. Tuttavia non è pseudoscientifica: dal punto di vista epistemologico sarebbe una teoria perfettamente scientifica, però falsa perché falsificata, già da secoli di osservazioni astronomiche, in realtà. L’atteggiamento antiscientifico e irrazionalista è semmai quello di riabilitarla, il che spesso implica argomentazioni anti-fisiche o basate su paralogismi oppure sulla folk physics (la “fisica” intuitiva), o su un mix di queste. Queste arrampicate sugli specchi dei suoi sostenitori – nonché un certo fanatismo emotivo nella comunicazione – è ciò che determina la deriva pseudoscientifica. Sarebbe anche corretto ricordare che le cosmologie antiche, antecedenti al VI secolo a.C. e al Periodo Assiale, erano non erano affatto cosmografie fisiche, ma il prodotto di un schema di pensiero eminentemente simbolico, atto a descrivere non l’universo fisico ma i rapporti sottili e metafisici fra gli enti del mondo. Ad essere onesti, dal punto di vista della storia della scienza, una vera teoria scientifica antica, avente come modello una cosmologia “piatta” della superficie terrestre, non è mai stata formulata.

Tutto questo però non fa che da fondo o premessa al nostro tema. Il focus di questa breve riflessione è essenzialmente sulle operazioni culturali in corso, che hanno spesso a che fare con il mondo delle subculture “alternative” e delle controculture. Sebbene molti pensino che il cosiddetto “terrapiattismo” sia nato per screditare semplicemente l’area dell’informazione alternativa, come spesso si sostiene, la conoscenza delle dinamiche e degli scopi della manipolazione e della guerra psicologica, operata da apparati governativi e non, dovrebbe far comprende dinamiche ben più sottili e complesse dietro tutto questo.

L’affermazione di idee bislacche nel mondo “alternativo” non è un fenomeno nuovo. Spesso queste hanno l’aspetto di giochi e espressioni satiriche (come al religione del Discordianesimo o il mito degli Illuminati) che però vengono facilmente metabolizzate e interiorizzate in determinati gruppi e poi nella cultura di massa, come espressioni genuine o reali, o ipotesi verosimili. Anche buona parte delle elaborazioni della letteratura ufologica – sebbene il fenomeno in sé sia primario e non banalizzabile – possono rientrare legittimamente in queste dinamiche: un esempio è il caso ‘Ummo’, su cui ha ben argomentato Jacque Vallee… Anche alcune idee o costrutti condivisi – e piuttosto disallineati dagli insegnamenti tradizionali in ambito spirituale – della New Age possono rientrare in quest’ordine di idee. Ho apertamente scritto e argomentato, in un saggio di prossima uscita, che anche il filone della “Paleoastronautica” e della cosiddetta “Genesi aliena” tanto popolare oggi, ha un’alta evidenza per rientrare in questo banco di esperimenti culturali. Allo stesso modo, le neo-religioni come la Chiesa raeliana e quella di Scientology, sono il correlato pseudoreligioso di un fenomeno pseudoscientifico di massa.

Certi esperimenti culturali, solitamente psy-op create o diffuse da centrali dell’intelligence (principalmente quella statunitense, assai all’avanguardia sulla guerra psicologica, o da enti privati come il Tavistock Institute) sono serviti a perseguire scopi di manipolazione, in particolare diffondere dissonanza cognitiva e relativismo cognitivo, sfiducia nei costrutti e nel metodo scientifico, e minare così lo schema percettivo condiviso. Questo in tempi più recenti – già in era Internet – ha permesso di creare infine segmenti totalmente selvaggi dei fruitori di teorie alternative ai quali cui peraltro ha dimostrato di poter far digerire ogni cosa.

Una di questa è il revival della Terra Piatta, a cui in realtà il pensiero antico non aderiva se non in quanto pensiero simbolico (cosmologie astratte e simboliche), mentre nessuno scienziato antico, in termini di cosmologia fisica, avrebbe avuto dubbi sulla forma dei pianeti e del pianeta Terra. [La Flat Earth Society, non a caso nasce e si sviluppa proprio negli Stati Uniti, la patria dell’intelligence creativa. Per rigore è doveroso dire che l’idea di una moderna “cosmologia” terrapiattista nasce in Inghilterra alla fine del XIX secolo con gli opuscoli di W. Carpenter e S. Rowbotham, ma questa idea trova accoglienza e si costituisce in movimento negli Stati Uniti, in particolare con la Christian Catholic Apostolic Church, nell’Illinois. Sarà infatti presso alcune correnti fondamentaliste cristiane veterotestamentarie che questa credenza si radica. Trovo non secondario osservare come, oltre alla componente religiosa e al basso livello di istruzione, l’idea trovò un certo radicamento nei popoli delle pianure centrali, laddove difficilmente ha mai trovato una qualche accoglienza presso le civiltà marinare come quella greca antica. Ad ogni modo una Flat Earth Society si costituisce nel 1956, periodo in cui già era attiva e struttura la CIA].

Le vie della Deception sono infinite

Abbiamo segnalato l’importanza della dissonanza cognitiva e del relativismo culturale per certi fini di controllo. Far decadere il realismo scientifico è l’altra faccia complementare della manipolazione culturale, la stessa che in altro modo suggerisce ad esempio l’onnipotenza tecnologica di apparati statali e corporations con tutta una serie di successi già venduti per reali e mai funzionanti, almeno per ora (interfaccia uomo-macchina, nanopolveri intelligenti, singolarità, virus fabbricati…). Tutte narrazioni fantascientifiche che gli stessi tecnici non saprebbero riprodurre ma che nonostante questo costellano lo schema cognitivo condiviso dello story-telling della Controinformazione anti-sistema dell’ultimo decennio.

Questo è permesso da una parte da una approssimativa formazione scientifica dei fruitori “generalisti” della controinformazione, e dall’altra da una ben coltivata caduta del limen che demarca la conoscenza scientifica tecnicamente detta, da rappresentazioni e linguaggi pseudoscientifici, parascientifici o fantascientifici.

Questa rimozione del limen è lo specifico risultato di una serie di attacchi portati allo schema condiviso da queste precise operazioni culturali dall’alto, generalmente non rilevate o non percepite come tali, il che in realtà è la base del loro successo.

Charles Upton, nel suo recente The Alien Disclosure Deception. The Metaphysics of social engineering (Ed. Sophia Perennis, 2021) scrive acutamente:

Wild speculation based on near-zero evidence, especially when an ill-defined world of “science” is invoked as authority for it, works to shatter consensus reality – and when people have no stable, shared worldview to believe in, such as has been provided by religion or rational science, they will begin to believe in just about anything offered to feel the gap. This is of course an ideal opportunity for the social engineers, who may in fact have brought the desctruction of commonly-held worldviews to an exact science – as well the Central Intelligence Agency realesed LSD into U.S. population in te 1960s.

[trad: Le speculazioni selvagge basate su evidenze prossime allo zero, soprattutto quando un mondo mal definito di “scienza” viene invocato come autorità per esse, funzionano per frantumare la realtà consensuale – e quando le persone non hanno una visione del mondo stabile e condivisa in cui credere, come quella fornita dalla religione o dalla scienza razionale, inizieranno a credere in qualsiasi cosa venga loro offerta per colmare il divario. Si tratta naturalmente di un’opportunità ideale per gli ingegneri sociali, che possono in effetti aver portato la distruzione delle visioni del mondo comunemente accettate a livello di scienza esatta – così come la Central Intelligence Agency ha introdotto l’LSD nella popolazione statunitense negli anni Sessanta.]

Il target di tali operazioni culturali sono le persone più inclini alla messa in dubbio del pensiero comune e alla ricerca individuale, che proprio per questa ragione è funzionale confondere con l’arma della dissonanza cognitiva o della inflazione cognitiva.

L’obiettivo è rafforzare il relativismo, funzionale alla demoralizzazione, che è uno dei fini della guerra psicologica. La correlazione fra relativismo e demoralizzazione è facilmente dimostrabile. Ulteriore dimostrazione dell’effetto demoralizzante portato dalla perdita di realismo scientifico è l’assunzione inconscia o consapevole dell’idea che i poteri statali o privati dispongano di tecnologie imponderabilmente potenti ed efficaci. Questo rafforza, tra l’altro, il senso di impotenza e di accerchiamento nella popolazione bersaglio.

La perdita del realismo scientifico è il cavallo di Troia per introdurre narrazioni pilotate all’interno di settori minoritari ma non trascurabili della popolazione attiva.

Un secondo possibile obiettivo di questi attacchi è quello che presuppone nella relativizzazione della percezione collettiva del mondo solo una pars destruens di operazioni a più livelli di riprogrammazione sociale, fase che poi verrebbe seguita con l’introduzione di nuovi schemi, miti, e credenze collettive veicolate dall’alto.

Infine, anche più limitatamente, anche laddove, queste operazioni non diano che risultati parziali rispetto a quelli attesi, assolvono la funzione di fornire molti dati utili agli ingegneri sociali, con i quali calibrare meglio le nuove manipolazioni.

Per comprendere quanto sia effettivo il procedere e l’instaurarsi di meccanismi di relativizzazione culturale e di relativismo anti-scientifico, basta osservare gli effetti più inquietanti, ottenuti dalla deriva dell’operazione Covid, che sono stato fra i primi a denunciare. Proprio l’uso forsennato del principio di autorità da parte degli scientisti e delle autorità pubbliche, o dei gruppi di interesse privato, anziché favorire un più pacato, razionale, ragionevole ritorno al realismo scientifico ha, per tutta risposta, acuito il rifiuto verso il pensiero scientifico, per forte eterogenesi dei fini, soprattutto fra la parte della popolazione che ha rifiutato la narrativa pandemica. Ho facilmente, e prevedibilmente (conosco i miei polli) constatato tali dinamiche fra non pochi dei miei lettori.

Un’occasione utile per riconquistare un sano e critico senso di realismo nelle scienze naturali, e per il ripristino di un uso sano del metodo scientifico, ha invece esacerbato il ricorso irrazionalista a schemi di credenze selvaggi, al totale relativismo, e al rifiuto di ogni sapere organizzato. L’affermazione di queste tendenze nichiliste o neo-scettiche è molto rimarchevole, ed è una cosa che non ho mai incoraggiato, e a cui ho sempre contrapposto quello che chiamo Realismo scientifico [1]. Anzi posso dire che il mio è stato sempre il tentativo di recuperare una sana descrizione del mondo, presso a un corretto uso del metodo scientifico, contro tentativi manipolatori e derive che sempre più hanno allontanato la classe accademica e il metodo scientifico dalla loro originaria vocazione, man mano che le pressioni sociali delle classi al potere hanno gradualmente portato ad un loro sistematico abuso. Tutto questo, in una fase storica in cui, come scriveva il filosofo della scienza Wolfgang Smith “la Fisica ha perso la ragione” (physics has lost its mind).

Tornando al nostro esempio del terrapiattismo, la centralità del relativismo come approdo di un processo di manipolazione cognitiva e la sua stabilità come risultato, si riscontra bene nelle discussioni sollevate in merito. Mentre i sostenitori più accesi della Flat Earth sono in definitiva anche loro dei realisti, gli interlocutori meno fanatici controargomentano ai critici del terrapiattismo appellandosi a suggestioni relativistiche sulla impossibilità di conoscere la realtà, sulla incertezza delle nostre conoscenze, o con affermazioni del tutto agnostiche che dovrebbero depotenziare ogni critica contro la “Terra Piatta”. Eppure è proprio muovendo da un sano realismo scientifico, e dalla consapevolezza della conoscibilità del reale, che abbiamo potuto denunciare la natura fraudolenta delle narrazione pseudoscientifiche imposte dal potere politico, specie negli ultimi anni. Dunque va in una direzione assai lontana dalla nostra chi persegue questo atteggiamento nichilista che in fondo è del tutto inconsistente, e mina le basi stesse su cui abbiamo potuto denunciare la falsità della medicina pandemica, della virologia o dell’allarmismo climatico. È proprio perché abbiamo una nozione ragionevole di verità-falsità e un modello di controllo razionale che abbiamo potuto dimostrare l’incoerenza o la falsità di comunicazioni fuorvianti, di statistiche manipolate, di dati truccati e di affermazioni inconsistenti.

Rinuncia al metodo e analfabetismo cognitivo

Il pensiero scientifico nasce dalla necessità di abbandonare la rappresentazione intuitiva del mondo e l’empirismo sensoriale, evolvendo verso l’idea di osservazione strutturata e metodica. Questo è un processo che è già avvenuto prima di Galileo e Newton, è accaduto già con la scienza fisica greco-ellenistica. La contrapposizione fra senso bruto e ragione è antica quanto lo studio filosofico sulle fonti della conoscenza, e fonda a sua volta un’altra distinzione nota ai filosofi greci, quella fra doxa ed epistéme, la prima fondata sull’impressione e la percezione bruta, la seconda invece mediata da un processo coerente di acquisizione che può includere anche l’osservazione.

Le attuali narrazioni selvagge che propongono descrizioni “alternative” del mondo fisico, che si dovrebbe basare sulla percezione immediata dei sensi ( “la terra sta ferma e il sole gira”, “i corpi più pesanti cadono più velocemente”, “la terra è ferma perché non percepiamo alcun movimento” etc..) sono già state confutate grazie a un’osservazione strutturata che ne dimostra la fallacia, malgrado l’apparente (illusoria) intuitività.

Se il mondo fosse come appare né la ricerca scientifica, né il metodo, né lo studio di alcun tipo avrebbero senso. Ovviamente non è così e il fatto che abbiamo tecnologie superiori alla ruota sta a ricordarcelo, ove mai servisse.

L’osservazione strutturata batte l’osservazione ingenua nella storia del sapere umano, tuttavia la pericolosità intrinseca dei sostenitori della Terra Piatta e il loro essere funzionali a certe dinamiche di potere, non sta tanto nello far screditare l’informazione alternativa, quanto nel propagandare uno stile di pensiero neo-primitivo, antiscientifico. I terrapiattisti, in buona o cattiva fede che siano, sono i vettori di un neo-analfabetismo di ritorno, per cui il pensiero scientifico e le leve materiali del potere tecnologico potranno ancora di più concentrarsi verso l’alto, in modo elitario, allontanando sempre di più le persone dallo studio, oltre che accentuando la dissonanza cognitiva come ho già spiegato.

Lenin insegnava che un popolo ignorante sarà sempre un popolo oppresso. Una delle prime cose che fecero i rivoluzionari dopo la caduta dello zarismo fu di introdurre l’istruzione obbligatoria e ridurre l’analfabetismo, proprio per questo.

Chi detiene il potere e non vuole condividerlo ha più interesse a diffondere una cultura regressiva, sfiduciata, nichilista, a dissuadere dallo studio e dall’acquisizione di sapere cumulativo la popolazione, molto più di quanto avrebbe – incomprensibilmente e senza alcun motivo – a tenere nasconda la “vera” forma della terra o del cosmo, presunta cospirazione dalla quale non ricaverebbe nessun vantaggio. Inoltre, indebolendo la competenza scientifica della popolazione, qualunque discorso parascientifico veicolato dall’alto (vedasi Covid, virologia immaginaria, pandemie, crisi climatiche) possono essere spinte con maggiore facilità senza che si abbiano gli strumenti per contestarlo in modo adeguato, ma appunto in modo unicamente selvaggio, o ideologico.

In realtà dietro le narrazioni pseudo-fisiche è in gioco molto di più che il loro contenuto oggettivo, di base nullo, ma il presupposto metodologico e gnoseologico su cui si basa la rappresentazione razionale del mondo, e per questo sono essere estremamente pericolose, destruenti e regressive…

In breve

L’incrudimento cognitivo, il tribalismo, nella sua variante relativistica o meno, e l’affermazione di credenze selvagge sono fra i fenomeni in atto nel mondo post-moderno: una realtà a cui siamo preparati. Tuttavia i tempi recenti, soprattutto post-covid e con la nuova “Disclosure aliena” pilotata dall’alto (2021), fanno dei primi anni Venti di questo secolo una data “pivotal” di accelerazione in questo senso. Ad ogni modo la battaglia sulla cosiddetta Weltanschauung, la visione del mondo, è cosa più centrale che mai per le dinamiche del controllo alto-basso, come anche nella gestione delle dinamiche orizzontali (il divide et impera applicato ad esempio ai settori della divulgazione antisistema, attraverso la frammentazione favorita dall’affermarsi di credenze selvagge). Come sempre le osservo cercando nel mio piccolo di testimoniare la verità, tenendo la barra verso quella visione Tradizionale per cui la verità è adaequatio rei et intellectus (Tommaso d’Aquino) e la conoscenza credenza vera giustificata (Platone), contro la fuzziness delle decostruzioni post-moderne.

Malgrado le derive in atto, frutto anche di uno Zeitgeist ma soprattutto di una manipolazione deliberata umana (e anche non-umana), sono ancora convinto che abbia senso impegnarsi per difendere il realismo e ricostruire un sano modo di fare scienza (per quanto sarà ancora possibile). Posso anche dire che i prossimi articoli su questo blog, andranno proprio in questa direzione, su temi di interesse scientifico e culturale.

Per ora, come diceva Giulietto Chiesa, è il caso di dirlo, buon viaggio intono al Sole!

Matteo Martini

Note:

[1] È opportuno precisare che il Realismo in relazione a una teoria scientifica non è l’unica posizione possibile, e si contrappone ad altre, ad esempio lo strumentalismo, il costruttivismo, il coerentismo, il pragmatismo.

Un commento Aggiungi il tuo

  1. Simo ha detto:

    Al terrapiattismo accomunerei anche il veganesimo (ideologia di oltreoceano, basata su una fisiologia umana fantasiosa) . Che ne pensa?

    "Mi piace"

Lascia un commento